La Domenica delle Palme nella tradizione romagnola


E siamo arrivati alla Domenica delle Palme.
La palma benedetta era un talismano contro la grandine.
Le foglioline di palma venivano anche messe nei vetri delle finestre o fra i regoli delle finestre a protezione dei fulmini.
La palma benedetta poi proteggeva tutta la casa per un anno dopo di che la si doveva rinnovare mentre la palma vecchia la si doveva bruciare sull’arola avendo cura di pulirla assai bene. Oggi sono sempre meno le case che hanno l’arola ma sarà sufficiente bruciarla anche sul “fornello”. La palma benedetta, messa a capo del letto, aveva anche il potere consolatrice dell’agonia.

Alla messa delle palme venivano condotti i bambini perché siano salvi dal cadere nell’acqua e nel fuoco.
All’alba del 3 di maggio (giorno dell’esaltazione della Santa Croce) le famiglie preparavano (con delle canne) delle croci che venivano messe a guardia delle coltivazioni lungo i campi. In queste croci venivano inserite foglie di palma.

Ci sarebbero tante altre cose da dire ma non voglio tediarvi oltre.

Alcuni proverbi però me li concedete:
“S’è piöv int la Pelma
U n’ piöv int agl’ov”

(Se piove il giorno delle Palme
Non piove sulle uova (il giorno di Pasqua!))
Staremo a vedere domenica prossima.

“O elta o basa
l’è invëran insèna a Pasqua”

(Alta o bassa
è inverno fino a Pasqua)
Quest’anno abbiamo avuto una Pasqua bassa.

Ultima: quando si legano le campane, il giovedì santo, inizia anche il digiuno ristretto che termina al mezzodì del sabato. Si legano anche gli alberi affinché diano frutti in abbondanza ed è il periodo della ‘scarabattola’, lo strumento dal suono petulante che annuncia il mezzogiorno essendo le campane legate e in rigoroso silenzio. Tradizioni del venerdì e del sabato santo le lascio per un’altra volta.

Av salut
Peval


(Paolo Turchetti)

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