
La ricchezza maggiore della Biblioteca Classense è costituita dalla cospicua raccolta di fondi antichi manoscritti e a stampa dal X al XIX secolo, comprendente diverse centinaia di codici e incunaboli, un numero rilevante di manoscritti e diverse migliaia di edizioni a stampa del XVI secolo. Tra i codici, è noto all’intero mondo culturale il manoscritto membranaceo del X secolo contenente le undici commedie superstiti del commediografo greco Aristofane (445 a.C. ca-385 a.C. ca). Ad esso vanno aggiunti i codici classico-umanistici, i manoscritti liturgici arricchiti con miniature di rara finezza di scuola francese, fiamminga, lombarda, toscana e ferrarese, codici musicali, antifonari, salteri, corali, graduali. Di particolare pregio la raccolta degli incunaboli che, attraverso gli esemplari posseduti, consente di ripercorrere la storia della stampa in Italia; tra essi figurano il De Oratore di Cicerone, stampato a Subiaco nel 1465, l’esemplare miniato della Historia naturalis di Plinio il Vecchio stampata a Venezia nel 1469, la Hypnerotomachia Poliphili, stampata a Venezia nel 1499 da Aldo Manuzio e ritenuta il capolavoro dei libri illustrati veneziani.
La biblioteca possiede, oltre alle numerose raccolte di disegni e incisioni, una prestigiosa collezione di xilografie quattrocentesche e un interessante fondo di giochi a stampa dalla fine del Seicento ai giorni nostri.
Canzoniere e Trionfi, sec. XV, ms. 143 – Dante Alighieri Commedia, 1369-1370, ms. 6
In basso: Libro d’ore, detto di Mary Stuart regina di Scozia, inizio sec. XVI, ms. 62 –
Aldo Manuzio (1449-1515), marca tipografica